ARTICOLI E NOTIZIE SULLA MASSONERIA

martedì 5 maggio 2009

LE INFILTRAZIONI MASSONICHE IN VATICANO

Le infiltrazioni massoniche in Vaticano sono l’oggetto di una ricerca
condotta per oltre cinquant’anni da un battagliero sacerdote di
Brescia, don Luigi Villa. Attraverso la sua piccola Editrice Civiltà e
il suo periodico “Chiesa Viva”, don Villa ha scritto libri dedicati
alla massoneria a Giovanni XXIII e a Paolo VI.
Ferruccio Pinotti nel suo “Fratelli d’Italia” racconta di aver
incontrato don Villa nella casa in cui vive a Brescia. Racconta come
l’anziano sacerdote svolge un’incessante ricerca sui fenomeni
degenerativi della Chiesa, documentando scrupolosamente quella che
secondo lui è un’infiltrazione sistematica della libera muratoria
dentro il Vaticano. Don Villa è convinto che Papa Giovanni XXIII fosse
vicino alla massoneria (in particolare Papa Roncalli avrebbe avuto
contatti con la massoneria marinista e con i Rosacroce – gruppo
massonico di ricerca filosofica – durante la sua esperienza come
diplomatico della Santa Sede).
Il Gran Maestro del Grande Oriente Virgilio Gaito, in un’intervista
del 1994 concessa a Fabio Andriola, affermava : “Si dice che Giovanni
XXIII sia stato iniziato alla massoneria quando era nunzio a Parigi”.
“Pare che Papa Giovanni XXIII sia stato iniziato a Parigi ed abbia
partecipato ai lavori delle Officine di Istanbul”. La lista dei
contatti di Roncalli con la massoneria è lunga e qui mi limito a
riportare gli incontri più significativi.
Don Villa è assolutamente certo che Papa Paolo VI appartenesse alla
Massoneria. Nel suo libro "Paolo VI beato?" don Villa cita a sostegno
della sua tesi molte prove rinvenibili nelle posizioni moderniste e
laiche assunte da Montini nel corso del suo papato e del Concilio
Vaticano II. Montini ebbe rapporti con discussi esponenti della
massoneria. In particolare, quando resse come cardinale la diocesi di
Milano aveva conosciuto un rampante finanziare siciliano: Michele
Sindona. Divenuto Papa il 21 giugno 1963 Montini chiamò Sindona a Roma
e gli affidò una consulenza per lo Ior, chiedendogli di modernizzare
la banca. All’epoca Sindona era in grande ascesa, faceva affari con
Nixon, aveva rapporti con l’amministrazione americana, con il capo
della Cia e con importanti esponenti della Democrazia Cristiana. Nel
1968 Paolo VI chiamò allo Ior monsignor Marcinkus, che era stato sua
guardia del corpo e che poi tesserà i rapporti con Sindona e con
Calvi.
Nel 1972 il Vaticano attraverso lo Ior, cedete la Banca Cattolica del
Veneto al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, allora in un momento di
forte espansione. Fu un’operazione che irritò profondamente il
patriarca di Venezia il cardinale Albino Lucani, futuro successore di
Paolo VI. Un anno prima, nel 1971 Roberto Calvi e Marcinkus avevano
fondato – con il supporto di Sindona- la Cisalpine Overseas Bank, a
Nassau nelle Bahamas. Una realtà che servì per coprire speculazioni
immobiliari fraudolente e riciclaggio di denaro di dubbia provenienza.
Montini ebbe modo di conoscere anche Licio Gelli. Nel 1965, durante il
pontificato di Paolo VI gli venne riconosciuta dal Vaticano la nomina
a commendatore Equitem Ordinis Sancti Silvestri Papae.
Ci sono alcuni gesti e azioni di secolarizzazione della Chiesa
avvenute proprio sotto il pontificato di Paolo VI, e pare non dettati
dall’onda delle contestazioni giovani che il periodo storico stava
attraversando ma grazie soprattutto alla vicinanza del Pontefice alla
società segreta. Gesti simbolici come la deposizione della “tiara” –
simbolo del triregno -. L’introduzione di leggi in sintonia con parte
della massoneria come il divorzio e l’aborto non hanno incontrato dure
opposizioni rispetto a quelle paragonabili dei papati di Wojtyla e
Ratzinger.
Il 12 settembre 1978 il settimanale “Op” diretto da Mino Pecorelli
giornalista iscritto alla P2 e poi assassinato pubblicò in un articolo
dal titolo "La Grande Loggia Vaticana" un elenco di ben 121 nominativi
di esponenti vaticani e di alti prelati indicati quali affiliati alla
massoneria. L’elenco faceva impressione: comprendeva Villot, monsignor
Agostino Casaroli, ministro degli Esteri del Vaticano, il cardinal Ugo
Poletti vicario di Roma, il cardinale Sebastiano Baggio, Marcikus,
monsignor Donato De Bonis dello Ior, Don Virgilio Levi il
vicedirettore dell’Osservatorio Romano, padre Roberto Tucci, il
direttore della Radio Vaticana, monsignor Pasquale Macchi, segretario
di Paolo VI. Potenti massoni secondo il sacerdote Villa, sarebbero
stati inoltre influenti collaboratori di Montini.
Un Papa invece che cercò di osteggiare la massoneria fu Papa Lucani:
per lui la massoneria incarnava il nemico di Roma. Pur intuendo che il
suo amato predecessore Montini avesse aperto le porte delle Mura
leonine a una schiera di piduisti – Gelli, Ortolani, Sindona, Calvi –
era contrarissimo a quell’insana commistione rivolta soltanto al
profitto. Don Villa è convinto che Papa Lucani, il Papa dei 33 giorni
(il 33 è un numero simbolico per tutti i massoni) volesse fare pulizia
all’interno del Vaticano, avendo individuato la forte presenza della
setta segreta. E questa sarebbe stata la causa della sua improvvisa
morte.
I documenti proposti dal sacerdote Villa sono stati spesso censurati
dai giornali. Denuncie ai suoi danni? Nessuna. Però sembra che sia
stato oggetto di diversi attentati e aggressioni una delle quali a
Parigi dove si trovava a indagare proprio su alcuni cardinali in odore
di grembiulino massonico. Ma don Villa tira dritto per la sua strada.
Arcivescovi, cardinali, rettori di atenei pontifici: secondo il
sacerdote la massoneria avrebbe pianificato, anno dopo anno la sua
infiltrazione ai massimi livelli della gerarchia ecclesiastica
arrivando infine a circondare il Soglio di Pietro.
Villa non fa sconti neanche ai politici. “Che Berlusconi facesse parte
della P2 è cosa nota. Oggi lui può anche dire che è in “sonno” che è
un massone “dormiente” ma obbedisce a quegli interessi: quando uno è
dentro non scappa più. Anche Prodi è massone, solo che appartiene al
circolo degli Illuminati”. Pochi si salvano dalla “caccia” del
sacerdote coraggioso. La sua conclusione è amara, ma battagliera: “La
massoneria ha in mano la Chiesa e lo Stato. Ma il loro punto debole è
la superbia. Prima o poi i loro giochi di potere verranno alla luce”.


Le infiltrazioni massoniche in Vaticano sono l’oggetto di una ricerca
condotta per oltre cinquant’anni da un battagliero sacerdote di
Brescia, don Luigi Villa. Attraverso la sua piccola Editrice Civiltà e
il suo periodico “Chiesa Viva”, don Villa ha scritto libri dedicati
alla massoneria a Giovanni XXIII e a Paolo VI.
Ferruccio Pinotti nel suo “Fratelli d’Italia” racconta di aver
incontrato don Villa nella casa in cui vive a Brescia. Racconta come
l’anziano sacerdote svolge un’incessante ricerca sui fenomeni
degenerativi della Chiesa, documentando scrupolosamente quella che
secondo lui è un’infiltrazione sistematica della libera muratoria
dentro il Vaticano. Don Villa è convinto che Papa Giovanni XXIII fosse
vicino alla massoneria (in particolare Papa Roncalli avrebbe avuto
contatti con la massoneria marinista e con i Rosacroce – gruppo
massonico di ricerca filosofica – durante la sua esperienza come
diplomatico della Santa Sede).
Il Gran Maestro del Grande Oriente Virgilio Gaito, in un’intervista
del 1994 concessa a Fabio Andriola, affermava : “Si dice che Giovanni
XXIII sia stato iniziato alla massoneria quando era nunzio a Parigi”.
“Pare che Papa Giovanni XXIII sia stato iniziato a Parigi ed abbia
partecipato ai lavori delle Officine di Istanbul”. La lista dei
contatti di Roncalli con la massoneria è lunga e qui mi limito a
riportare gli incontri più significativi.
Don Villa è assolutamente certo che Papa Paolo VI appartenesse alla
Massoneria. Nel suo libro "Paolo VI beato?" don Villa cita a sostegno
della sua tesi molte prove rinvenibili nelle posizioni moderniste e
laiche assunte da Montini nel corso del suo papato e del Concilio
Vaticano II. Montini ebbe rapporti con discussi esponenti della
massoneria. In particolare, quando resse come cardinale la diocesi di
Milano aveva conosciuto un rampante finanziare siciliano: Michele
Sindona. Divenuto Papa il 21 giugno 1963 Montini chiamò Sindona a Roma
e gli affidò una consulenza per lo Ior, chiedendogli di modernizzare
la banca. All’epoca Sindona era in grande ascesa, faceva affari con
Nixon, aveva rapporti con l’amministrazione americana, con il capo
della Cia e con importanti esponenti della Democrazia Cristiana. Nel
1968 Paolo VI chiamò allo Ior monsignor Marcinkus, che era stato sua
guardia del corpo e che poi tesserà i rapporti con Sindona e con
Calvi.
Nel 1972 il Vaticano attraverso lo Ior, cedete la Banca Cattolica del
Veneto al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, allora in un momento di
forte espansione. Fu un’operazione che irritò profondamente il
patriarca di Venezia il cardinale Albino Lucani, futuro successore di
Paolo VI. Un anno prima, nel 1971 Roberto Calvi e Marcinkus avevano
fondato – con il supporto di Sindona- la Cisalpine Overseas Bank, a
Nassau nelle Bahamas. Una realtà che servì per coprire speculazioni
immobiliari fraudolente e riciclaggio di denaro di dubbia provenienza.
Montini ebbe modo di conoscere anche Licio Gelli. Nel 1965, durante il
pontificato di Paolo VI gli venne riconosciuta dal Vaticano la nomina
a commendatore Equitem Ordinis Sancti Silvestri Papae.
Ci sono alcuni gesti e azioni di secolarizzazione della Chiesa
avvenute proprio sotto il pontificato di Paolo VI, e pare non dettati
dall’onda delle contestazioni giovani che il periodo storico stava
attraversando ma grazie soprattutto alla vicinanza del Pontefice alla
società segreta. Gesti simbolici come la deposizione della “tiara” –
simbolo del triregno -. L’introduzione di leggi in sintonia con parte
della massoneria come il divorzio e l’aborto non hanno incontrato dure
opposizioni rispetto a quelle paragonabili dei papati di Wojtyla e
Ratzinger.
Il 12 settembre 1978 il settimanale “Op” diretto da Mino Pecorelli
giornalista iscritto alla P2 e poi assassinato pubblicò in un articolo
dal titolo "La Grande Loggia Vaticana" un elenco di ben 121 nominativi
di esponenti vaticani e di alti prelati indicati quali affiliati alla
massoneria. L’elenco faceva impressione: comprendeva Villot, monsignor
Agostino Casaroli, ministro degli Esteri del Vaticano, il cardinal Ugo
Poletti vicario di Roma, il cardinale Sebastiano Baggio, Marcikus,
monsignor Donato De Bonis dello Ior, Don Virgilio Levi il
vicedirettore dell’Osservatorio Romano, padre Roberto Tucci, il
direttore della Radio Vaticana, monsignor Pasquale Macchi, segretario
di Paolo VI. Potenti massoni secondo il sacerdote Villa, sarebbero
stati inoltre influenti collaboratori di Montini.
Un Papa invece che cercò di osteggiare la massoneria fu Papa Lucani:
per lui la massoneria incarnava il nemico di Roma. Pur intuendo che il
suo amato predecessore Montini avesse aperto le porte delle Mura
leonine a una schiera di piduisti – Gelli, Ortolani, Sindona, Calvi –
era contrarissimo a quell’insana commistione rivolta soltanto al
profitto. Don Villa è convinto che Papa Lucani, il Papa dei 33 giorni
(il 33 è un numero simbolico per tutti i massoni) volesse fare pulizia
all’interno del Vaticano, avendo individuato la forte presenza della
setta segreta. E questa sarebbe stata la causa della sua improvvisa
morte.
I documenti proposti dal sacerdote Villa sono stati spesso censurati
dai giornali. Denuncie ai suoi danni? Nessuna. Però sembra che sia
stato oggetto di diversi attentati e aggressioni una delle quali a
Parigi dove si trovava a indagare proprio su alcuni cardinali in odore
di grembiulino massonico. Ma don Villa tira dritto per la sua strada.
Arcivescovi, cardinali, rettori di atenei pontifici: secondo il
sacerdote la massoneria avrebbe pianificato, anno dopo anno la sua
infiltrazione ai massimi livelli della gerarchia ecclesiastica
arrivando infine a circondare il Soglio di Pietro.
Villa non fa sconti neanche ai politici. “Che Berlusconi facesse parte
della P2 è cosa nota. Oggi lui può anche dire che è in “sonno” che è
un massone “dormiente” ma obbedisce a quegli interessi: quando uno è
dentro non scappa più. Anche Prodi è massone, solo che appartiene al
circolo degli Illuminati”. Pochi si salvano dalla “caccia” del
sacerdote coraggioso. La sua conclusione è amara, ma battagliera: “La
massoneria ha in mano la Chiesa e lo Stato. Ma il loro punto debole è
la superbia. Prima o poi i loro giochi di potere verranno alla luce”.


http://nikocore.blogspot.com/2008/01/fratelli-ditalia-parte-seconda-l...

Nessun commento:

Posta un commento